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Channel: Norma CEI 64-8 Archivi - NT24.it Impianti elettrici - norme tecniche

Coordinamento… normativo!

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impianti elettriciA prescindere dal carico mi ritrovo con interruttore di alimentazione regolabile sulla corrente nominale. Normativamente è specificate se la sezione del cavo deve essere coordinata con la corrente nominale dell'interruttore o con la corrente di taratura dell'interruttore? A prescindere dal luogo di posa, del tipo di posa, di lunghezza e quant'altro. Ho paura che sia buona regola, non trovo normativamente nulla che lo specifichi.

Anonimo

Il riferimento normativo è il Capitolo 433 Protezione contro le correnti di sovraccarico della Norma CEI 64-8/4.
All’art. 433.2 “Coordinamento tra conduttori e dispositivi di protezione” vengono indicate le due condizioni alle quali devono rispondere le caratteristiche di funzionamento del dispositivo di protezione delle condutture:
Ib < In < Iz
If < I,45 Iz
dove:
Ib = corrente di impiego del circuito
In = corrente nominale del dispositivo di protezione
Iz = portata in regime permanente della conduttura
If = corrente che assicura l’effettivo funzionamento del dispositivo di protezione entro il tempo convenzionale in condizioni definite
Nella NOTA ad In, viene specificato che per i dispositivi di protezione regolabili la corrente nominale In è la corrente di regolazione scelta.

Si rinvia al testo della nostra risposta in data 2 novembre 2015 per approfondimenti.

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Ex ambienti a maggior rischio di tipo B

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illuminazione stadioAvrei un quesito tecnico riguardante l'obbligo di progetto all'interno di un edificio residenziale di prossima realizzazione. Palazzina condominiale con struttura portante interamente in legno e comprensiva di autorimessa interrata (>300mq). Premessa la classificazione di ambiente a maggior rischio in caso d'incendio per l'autorimessa, tale misura (per ambienti di tipo B) è estendibile anche a tutte le unità immobiliari private dei piani fuori terra (in quanto inserite in una struttura con elementi portanti in legno)? A quel punto risulta obbligatorio il progetto delle parti private (dotate di proprio contatore, potenza inferiore a 6kW e di modesta superficie)?

Anonimo

impianti elettriciL'ottava edizione della Norma CEI 64-8 ha aggiornato la classificazione degli ambienti a maggior rischio in caso di incendio, per quanto riguarda gli ex ambienti a maggior rischio di tipo B prevede quanto segue:

751.03.3 ex ambienti a maggior rischio di tipo B
Gli ambienti a maggior rischio in caso d’incendio in quanto costruiti con materiali combustibili vengono anch’essi individuati con il criterio delle influenze esterne:

Tabella: Nuova Norma CEI 64-8 e ambienti a maggior rischio in caso di incendio (ex tipo B) secondo il criterio delle influenze esterne.

La tabella è corredata da una nota: “Fermo restando le eventuali disposizioni emanate dal Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco per le attività soggette a controllo di prevenzione incendi, rientrano in tale categoria di rischio i fabbricati realizzati con strutture portanti combustibili suscettibili di essere innescati da un guasto elettrico di componenti e apparecchi direttamente installati a contatto con le stesse strutture. I fabbricati con strutture portanti in materiale combustibile rivestite con materiali in classe di reazione al fuoco A1 non rientrano nella classificazione indicate in tabella”.

Non basta quindi che i materiali prevalenti debbano essere combustibili, ma devono anche essere suscettibili di essere innescati da un guasto elettrico di componenti e apparecchi direttamente installati a contatto con le stesse. Inoltre vengono escluse dalla classificazione le strutture rivestite con materiali in classe di reazione al fuoco A1. A Lei la valutazione del rischio nel caso specifico!

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Predisposizioni, integrazioni e prestazioni degli impianti elettrici

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Progettare e realizzare a regola d’arte l’impianto elettrico degli edifici a destinazione residenziale.

Progettare e installare un impianto elettrico negli edifici a destinazione residenziale è sempre stato, nell’immaginario collettivo, sinonimo di semplicità. Gli elettrici, di fatto, lamentano che troppo spesso la complessità di questi impianti è sottovalutata e gli utenti tendono a ricorrere ai “praticoni” per eseguire i lavori piuttosto che rivolgersi a imprese abilitate e a professionisti preparati.
Questo nonostante negli ultimi decenni gli impianti elettrici sono cambiati. Accendere la luce o alimentare gli elettrodomestici non sono più l’unica prerogativa dell’impianto elettrico. Sempre più spesso, infatti, soprattutto per effetto delle richieste che giungono da parte delle nuove generazioni avvezze a vivere in un mondo connesso, anche nel settore residenziale è cresciuta la domanda di impianti più complessi. D’altra parte, la pandemia ha insegnato che le case non sono più solo l’oasi di riposo e di convivialità familiare, ma anche luogo di studio e di lavoro. Lo Smart working è una delle conseguenze felici di questo triste periodo. Per questo motivo, quando mi accingo a parlare di impianti elettrici negli edifici civili, prendo ad esempio il contrasto che c’è fra l’impianto elettrico di qualche anno fa (quello purtroppo percepito ancora da molti progettisti e impiantisti) e l’impianto elettrico reale richiesto dal committente (o almeno quello che dovrebbe essere nel suo immaginario e nelle intenzioni).
I due “modelli” sono ben sintetizzati da due figure: la prima, tratta dalla seconda edizione della Guida CEI 64-50 (aprile 1998), rappresenta l’impianto elettrico “tradizionale” ovvero quello pensato esclusivamente per comandare i punti luce e portare energia agli elettrodomestici; la seconda, tratta dalla Parte 8.2 dell’ottava edizione 2021 della Norma CEI 64-8, è quella dell’impianto elettrico dei Prosumer, con le nuove funzionalità ormai presenti nella maggior parte delle case degli italiani.

Figura 1: Esempio di schema di distribuzione per unità abitativa da 40 a 150 m2

Figura 2: Esempio di impianto elettrico a bassa tensione di un utente attivo.

Sempre più spesso, infatti, l’impianto elettrico di bassa tensione si compone della sezione tradizionalmente dedicata all’alimentazione di apparecchi utilizzatori, dispositivi domestici, illuminazione, radiatori e motori, e di una nuova sezione dedicata al collegamento della produzione locale di energia elettrica e dal sistema di accumulo. Passando per la mobilità elettrica e le pompe di calore.
Per quanto riguarda la generazione diffusa, soprattutto da fonte rinnovabile, come è noto, tutto è cominciato una quindicina di anni fa con le campagne di incentivazione dell’energia prodotta da fonte solare (Conto Energia) e continua oggi per effetto degli obblighi di produzione imposti dal Decreto Legislativo 3 marzo 2011, n. 28 “Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE” (nuove costruzioni e ristrutturazioni rilevanti) e dalla crisi russo-ucraina.
Non si tratta dell’unico fenomeno che interessa gli impianti elettrici negli edifici ad uso residenziale. Durante l’emergenza pandemica, come detto, gli uffici si sono trasferiti nelle abitazioni, con la conseguente necessità di connettività alle aziende tramite la rete Internet (condivisione di documenti, call e chat, webinar) e di nuove esigenze elettriche, come l’individuazione di una postazione di lavoro stabile e sicura. Figlia della pandemia è anche l’inaspettata crescita della mobilità elettrica, l’incremento delle vendite di veicoli elettrici (a batteria o ibridi plug-in) grazie anche all’introduzione degli incentivi istituiti per rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti nel settore dei trasporti. In ultimo, esperienza in atto già da qualche anno, ma amplificata con l’aumento dei costi del gas a seguito del conflitto russo in Ucraina, l’incremento dei sistemi di accumulo connessi all’installazione di un impianto di produzione di energia elettrica, generalmente un impianto fotovoltaico.
Nell’ottica dell’elettrificazione dei consumi ovvero il progressivo utilizzo dell'elettricità da fonti rinnovabili per favorire la riduzione della CO2 e contrastare gli effetti sul clima e sulla salute, poi, molti hanno convertito gli utilizzi energetici da fonti tradizionali (gas metano principalmente) a favore di tecnologie elettriche come i piani ad induzione, le pompe di calore per la climatizzazione estiva e/o il riscaldamento invernale e, lo abbiamo già detto, la mobilità sostenibile. Il processo è essenziale per la transizione energetica, il che significa che a fronte di interventi di risparmio energetico e di ottimizzazione dei consumi (si pensi, ad esempio, alla sostituzione degli elettrodomestici con quelli di classe energetica più alta o ai sistemi LED al posto dell’illuminazione con lampade a incandescenza o delle lampadine fluorescenti compatte - CFL), oggi l’impianto elettrico è chiamato a gestire nuovi utilizzi.
I più ricorderanno che da tempo le norme tecniche segnalavano questa necessità. Non a caso ho citato la Guida CEI 64-50 nata con lo scopo di “fornisce informazioni relative alla realizzazione degli impianti elettrici utilizzatori, degli impianti ausiliari e degli impianti telefonici negli edifici destinati ad uso prevalentemente residenziale, con particolare riferimento alla loro integrazione nella parte edile ed alla loro coesistenza con gli altri impianti tecnici”. Già nella prima edizione del 1995, la guida forniva le indicazioni sulla consistenza minima consigliata per gli impianti elettrici utilizzatori.
Un altro esempio in questa direzione è rappresentato dalle guide della serie 64-100 che si preoccupano di fornire “le caratteristiche che devono avere i tubi e gli spazi necessari ad una corretta ed agevole installazione degli impianti nell'ambito dell'edilizia ad uso prevalentemente residenziale” (Guida CEI 64-100/1).
Per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali, infine, la Guida CEI 306-2 fornisce “le raccomandazioni per la progettazione, la realizzazione e la verifica di impianti di comunicazioni elettroniche (dati, fonia, video) e la relativa infrastruttura fisica multiservizio passiva, a partire dal punto di consegna della fornitura in unità immobiliari ad uso residenziale”.

Norma CEI 64-8
Le prestazioni dell’impianto elettrico in ambito residenziale, insieme alla sicurezza delle persone e dei beni contro i pericoli ed i danni che possono derivare dall’utilizzo degli impianti elettrici rientrano fra i requisiti definiti dalla Norma CEI 64-8 per definire un impianto a regola d’arte.
Da molti anni, infatti, (variante V3 – febbraio 2011) oltre a definire le i principi fondamentali ai fini della progettazione ed esecuzione di un impianto elettrico secondo criteri di sicurezza e di funzionalità, la norma si preoccupa anche di fornire prescrizioni addizionali, ai fini delle prestazioni, da applicarsi agli impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale.
Come noto, il Capitolo 37 fornisce i criteri minimi e le dotazioni minime con riferimento a tre diversi livelli prestazionali e di fruibilità. Il Livello 1 (requisito minimo obbligatorio) è il livello base previsto per gli impianti elettrici; il Livello 2 prevede una maggiore fruibilità dell’impianto elettrico con l’installazione di dispositivi per la protezione e la sicurezza, nonché il controllo dei consumi; il Livello 3, infine, include dotazioni impiantistiche ampie ed innovative (domotica con almeno quattro funzioni) a beneficio del risparmio energetico, l’accessibilità e il comfort.

Figura 3: Norma CEI 64-8 - Livelli prestazionali e di fruibilità.

Le dotazioni impiantistiche (Tabella A del Capitolo 37) sono riferite agli ambienti interni all’unità immobiliare (ad esempio: cucina, locale da bagno o doccia, box auto) e all’intero appartamento (numero circuiti, protezione contro le sovratensioni, comunicazione elettronica, illuminazione di sicurezza, funzioni ausiliarie, comfort ed efficienza energetica).
La novità forse più importante della nuova edizione della Norma CEI 64-8 (in vigore dal 1° dicembre 2021) riguarda il dimensionamento dell’impianto elettrico per una potenza contrattualmente impegnata di almeno 6 kW, in linea con quanto previsto dall’ARERA nella regolamentazione sperimentale in materia di ammodernamento delle colonne montanti vetuste degli edifici (Delibera 467/2019/R/eel).
Nell’ottica dell’elettrificazione dei consumi, inoltre, il Capitolo 37 modifica il diametro minimo dei tubi di forma circolare portandolo a 25 mm per montanti e dorsali e a 20 mm per i tratti terminali, nel rispetto del requisito del diametro interno minimo almeno pari a 1,5 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi destinati a contenere.
Anche per le cassette di derivazione è richiesto un maggior spazio libero per consentire futuri ampliamenti (circa il 30% del volume), spazio richiesto anche per i quadri (spazio del 30% di moduli in più con un minimo di 2 moduli).
Per l’alimentazione dei circuiti che alimentano lavatrici e/o condizionatori fissi, inoltre, la norma raccomanda l’utilizzo di interruttori differenziali di Tipo F (nella versione precedente la norma consigliava gli interruttori di Tipo A).
Come accennato, quanti, accanto alle prescrizioni per la protezione delle persone (contatti diretti e contatti indiretti), alla protezione contro le sovracorrenti e le sovratensioni, la Norma CEI 64-8 definisce livelli prestazionali per gli impianti elettrici civili che, nel caso degli impianti più all’avanguardia corrispondono al Livello 3 (domotico).
Doveroso, però, dare uno sguardo anche alla Parte 8.2 che, come accennato, riguarda i PEI (Prosumer’s low-voltage Electrical Installations). Questa parte della Norma CEI 64-8, infatti, fornisce prescrizioni, misure e raccomandazioni aggiuntive relative alla progettazione, l’installazione e la verifica degli impianti elettrici a bassa tensione, includendo gli impianti per la produzione e l’accumulo di energia (impianti elettrici per utenti attivi), di cui la precedente Figura 2 fornisce una panoramica.
È solo il caso di ricordare che sono in atto interventi legislativi volti allo sviluppo della condivisione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili fra utenti, con lo scopo - tra l’altro - di ridurre i costi dell’energia elettrica e aumentare l’efficienza energetica (autoconsumo collettivo e le comunità energetiche). Il tutto nell’ottica dello sviluppo dell’energia prodotto in loco (energia a chilometro zero) e delle smart grid.
L’autoconsumo collettivo, ricordo, offre la possibilità di accedere ai benefici per la produzione di energia da fonte solare fotovoltaica: più soggetti (condomini, aziende e/o soggetti pubblici) condividono l’energia elettrica prodotta da uno o più impianti fotovoltaici situati nel medesimo luogo. Una comunità energetica rinnovabile (Direttiva Europea 2018/2001/UE), invece, è un’associazione tra cittadini, attività commerciali, amministrazioni locali o imprese per la produzione (anche per mezzo di più impianti di produzione condivisi) dell’energia necessaria ai propri fabbisogni energetici (autoconsumo dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili), superando il vincolo della coincidenza con il sito di produzione. I limiti in fase di definizione, ma si prevede il possibile superamento del collegamento degli utenti della comunità energetica alla medesima cabina secondaria del distributore.

Norma CEI 64-21
Di prescrizioni da applicarsi agli impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale si occupa anche la Norma CEI 64-21. La norma si rivolge agli impianti elettrici situati all'interno dei condomini o di unità abitative mono o plurifamiliari, adeguati all’utilizzo da parte di persone con disabilità o specifiche necessità (PNA).
Nel caso specifico, si tratta di prescrizioni (criteri e dotazioni minime) che sostituisco quelle indicate dal Capitolo 37 della Norma CEI 64-8, rispondenti a richieste specifiche del committente.
La platea a cui è rivolta la norma riguarda persone di età avanzata (D1), con difficoltà motoria (D2 e D3), con problemi di percezione visiva (D4 e D5) o di sordità (D6 e D7), con incapacità o difficoltà a parlare (D8) o con difficoltà cognitive (D9). Scopo è favorire l’uso dell’impianto elettrico garantendo l’indipendenza delle persone circa l’utilizzo dei componenti elettrici.
Le dotazioni impiantistiche previste per ciascuna tipologia (PNA specifica) sono indicate nella Tabella A della Norma CEI 64-21 e riguardano: punto di consegna, quadro dell’unità abitativa, gestione accessi, illuminazione, gestione termina e allarmi, assistenza e continuità del servizio (continuità dell’energia e controllo dei carichi).
Come la Norma CEI 64-8, anche per queste unità abitative, la Norma CEI 64-21 indica l’opportunità di prevedere il dimensionamento dell’impianto elettrico in modo che sia possibile installare cucine elettriche (ad esempio i piani di cottura ad induzione).
Per simmetrica con quanto indicato al Capitolo 37, pertanto, è consigliabile dimensionare anche questo impianto elettrico per una potenza contrattualmente impegnata di almeno 6 kW.
Naturalmente, data la specificità degli utilizzatori di questi impianti, molte indicazioni che troviamo riguardano l’altezza dei componenti elettrici dal piano di calpestio. Ad esempio, il centro del quadro dell’unità abitativa dovrà essere posizionato ad una altezza compresa tra 0,75 m e 1,4 m dal piano di calpestio, mentre il comando degli interruttori non dovrà trovarsi ad una altezza superiore a 1,4 m dal piano di calpestio (Capitolo 5).
La Norma CEI 64-21, inoltre, ricorda che le prescrizioni si possono applicare agli impianti delle unità abitative negli edifici pregevoli per arte e storia, soggetti al Decreto Legislativo 42/2004 qualora non abbiano impatto sulle strutture oggetto di tutela e non siano in contrasto con le prescrizioni specifiche per tali impianti.

DM 14 giugno 1989, n. 236
Concludo ricordando che quote installative delle apparecchiature per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche sono indicate anche nel DM 14 giugno 1989, n. 236.
Le norme si applicano, in particolare a:
1) edifici privati di nuova costruzione, residenziali e no, compresi quelli di edilizia residenziale convenzionata;
2) edifici di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata ed agevolata, di nuova costruzione;
3) ristrutturazione degli edifici privati di cui ai precedenti punti 1) e 2), anche se preesistenti alla entrata in vigore del decreto;
4) spazi esterni di pertinenza degli edifici di cui ai punti precedenti.
Il decreto ha introdotto tre livelli di fruibilità degli edifici:
- Accessibilità, che esprime il più alto livello in quanto ne consente la totale fruizione nell'immediato;
- Visitabilità che rappresenta un livello di accessibilità limitato ad una parte più o meno estesa dell'edificio o delle unità immobiliari;
- Adattabilità che propone un livello ridotto di qualità, potenzialmente suscettibile, per originaria previsione progettuale, di trasformazione in livello di accessibilità; l'adattabilità è, pertanto, un'accessibilità differita.
Secondo quanto previsto dalle norme del DM 236/1989, l'accessibilità deve essere garantita agli spazi esterni e alle parti comuni degli edifici. Devono, inoltre, essere accessibili:
- almeno il 5% degli alloggi previsti negli interventi di edilizia residenziale sovvenzionata (min. 1 unità immobiliare);
- gli ambienti destinati ad attività sociali, come quelle scolastiche, sanitarie, assistenziali, culturali, sportive;
- gli edifici sedi di aziende o imprese soggette alla normativa sul collocamento obbligatorio.
Non basta. Secondo le previsioni del decreto, ogni unità immobiliare, qualsiasi sia la sua destinazione, deve essere visitabile. Negli edifici residenziali non compresi nelle precedenti categorie (punti da 1 a 4 del precedente alinea) il requisito di visitabilità si intende soddisfatto se il soggiorno o il pranzo, un servizio igienico ed i relativi percorsi di collegamento interni alle unità immobiliari sono accessibili.

Figura 4: Quote installative delle apparecchiature per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche.

 

Antonello Greco
Presidente CEI CT64

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Sostituzione cavi elettrici per unità abitativa residenziale

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impianti elettriciPer una unità abitativa residenziale con impianto elettrico realizzato prima del 1990 (impianto sprovvisto di DIRI/DICO), ma adeguata ai sensi del DM37/08, è possibile sostituire i cavi elettrici in regime di manutenzione straordinaria nonostante il diametro interno minimo dei tubi esistenti (14,1mm) sia inferiore a quello prescritto dalla attuale CEI 64/8 (16mm)? Se il suddetto intervento è possibile, che tipo di certificazione è necessario rilasciare per l'operazione effettuata?

Natale Guida

Si, in quanto non applicabile il Capitolo 37 della Norma CEI 64-8/3.
La sostituzione dei conduttori con altri aventi medesima sezione e caratteristiche è attività di manutenzione ordinaria. Può non essere emessa nessuna certificazione ai sensi del DM 37/08. Può essere emessa una dichiarazione di conformità ai sensi legge 186/68 per le operazioni di manutenzione ordinaria.

 

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Interruttori differenziali di tipo A e B e Norma CEI 64-8

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Nei locali medici di GRUPPO 1 E GRUPPO 2, dove sono richiesti interruttori differenziali, devono essere scelti solo quelli di tipo A o di tipo B, in funzione del tipo della possibile corrente di guasto. >> SONO STATI INSERITI DIFFERENZIALI DI TIPO AC, NON RIESCO TROVARE UNA CORRISPONDENZA NORMATIVA. LE VERIFICHE DELLE TERRE RISULTANO SODDISFACENTI.
AVEVO LETTO CHE NON ESISTE NESSUNA NORMATIVA IN MERITO AL TIPO DI DIFFERENZIALE ESSENDO SCELTA DEL PROGETTISTA, FACCIO PRESENTE CHE PER 15 ANNI SONO STATO CERTIFICATORE DI UN ENTE ACCREDITATO DAL MINISTERO.

ARCH. BOGNO ATTILIO

L’articolo 710.413.1.3 della Norma CEI 64-8/7 Sezione 710 specifica al quarto capoverso che: “Nei locali medici di gruppo 1 e gruppo 2, dove sono richiesti interruttori differenziali, devono essere scelti solo quelli di tipo A o di tipo B, in funzione del tipo della possibile corrente di guasto”.
Dalla lettura del testo normativo non ci pare possano sorgere dubbi, nei locali di gruppo 1 e 2 se differenziali devono essere installati devono essere del tipo A o B.

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Eventi Tecnici NT24 2022 – Nuova Norma CEI 64-8 – Download ATTI

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Si sono conclusi nel mese di ottobre gli incontri tecnici 2022 di NT24 dal titolo "La nuova edizione della Norma CEI 64-8". Lasciamo quindi a disposizione di tutti i nostri lettori la raccolta completa del materiale tecnico degli incontri di Bologna, Bari e Milano:

Bologna, 21 Settembre 2022 - LINK DOWNLOAD

Bari, 5 Ottobre 2022 - LINK DOWNLOAD

Milano, 20 Ottobre 2022 - LINK DOWNLOAD

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Alimentazione ad anello in bassa tensione

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illuminazione stadioChiedo se in un impianto elettrico civile, sia ammesso un collegamento ad anello chiuso in un circuito elettrico (alimentazione a inizio e fine anello con allacciamento a stesso magnetotermico)
Quali procedure bisogna prendere (etichette di segnalazione nelle scatole di derivazione ecc.) e quale sia la norma di riferimento.

Lanfranco Equini

impianti elettriciLa norma di riferimento è la CEI 64-8 edizione Agosto – 2021 entrata in vigore il 1.12.2021. Anche se criterio di installazione non è comune negli impianti residenziali nulla osta all’esecuzione, previa progettazione dell’impianto. Se applicato il Capitolo 37 “Ambienti residenziali – Prestazione degli impianti” della Norma CEI 64-8/3 dovranno essere seguite tutte le relative prescrizioni.
È necessario identificare ad ogni cassetta di derivazione e ad ogni alimentazione di presa a spina o utilizzatore le condutture in arrivo e in partenza facenti parte dell’anello.

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Schemi FV: quali riferimenti normativi?

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illuminazione stadioQuali sono i contenuti/requisiti minimi di uno schema elettrico unifilare per presentare una richiesta di connessione impianti di produzione in BT fino a 20 kW?
Quale norma/guida disciplina tali contenuti requisiti?
La guida CEI 0-2 sembra molto superficiale e lacunosa sotto questo punto di vista.

Giuseppe

Può riferirsi agli schemi riportati nella Sezione 712 della Norma CEI 64-8/7 o nella Guida CEI 82-25 "Guida alla progettazione, realizzazione e gestione di sistemi di generazione fotovoltaica".

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“Casa mobile”: quali norme CEI o UNI?

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illuminazione stadioQuali Norme CEI UNI si devono seguire per la realizzazione dell'impianto elettrico in una casa mobile con pareti in pannelli coibentati?

Nicola Magarotto

Può applicare le prescrizioni della Sezione 721 della Norma CEI 64-8 "impianti elettrici in caravan e camper", che considera anche le case mobili, come da definizione 721.2.4:

721.2.4 casa mobile
veicolo per tempo libero che possiede mezzi per il suo spostamento, ma che non ha le caratteristiche costruttive e i requisiti di impiego dei veicoli stradali.

Nei casi in cui l'alimentazione del veicolo dovesse essere alimentato, a 12 V può fare riferimento alle seguenti Norme UNI: UNI EN 1648-1:2018 Veicoli ricreazionali - Installazioni elettriche a bassissimo voltaggio (12 V) in corrente continua - Parte 1: Caravan e UNI EN 1648-2:2018 Veicoli ricreazionali - Installazioni elettriche a bassissimo voltaggio (12 V) in corrente continua - Parte 2: Autocaravan.

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Trasformatore di isolamento “anni ’90” per locali medici di Gruppo 2

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illuminazione stadioMi sono state commissionate le verifiche su trasformatori di isolamento installati in locali di gruppo 2 di un ospedale. I trasformatori di isolamento che mi ritrovo hanno queste caratteristiche:
P: 5kVA , U prim : 220 , Usec :220 , Ucc 3,4% Uprova 5KV, Normativa di riferimento CEI 14-6.
Nella targhetta del trasformatore, è assente la croce che sta ad indicare che è di tipo medicale (data di costruzione 1997). Durante le verifiche in nessuna delle misure ho rilevato valori di corrente verso terra dell'avvolgimento secondario inferiori a 0,5 mA.
E' ammesso tale valore?

Matteo Gacometti

Negli anni '90 il riferimento normativo per il locali medici era la Norma CEI 64-4 "Impianti elettrici nei locali adibiti ad uso medico". La Norma richiedeva che il trasformatore di isolamento, oltre ad essere conforme alla norma CEI 14-6 "Trasformatori di isolamento e trasformatori di sicurezza", doveva rispondere anche ai requisiti di cui alla Norma CEI 62-5 "Norme generali per la sicurezza degli apparecchi elettromedicali". Inoltre la corrente di primo guasto del circuito secondario, con apparecchi scollegati, doveva essere non superiore a 2 mA.
Rispetto a quanto descrive il trasformatore "sembra avere le carte in regola". Inoltre, come da Lei correttamente evidenziato, per quanto riguarda la misura da lei effettuata, risulta inferiore al limite "dei giorni nostri", ovvero quello definito nella sezione 710 della Norma CEI 64-8:

710.512.1.1 Trasformatori d'isolamento per uso medicale I trasformatori possono essere installati all'interno dei locali medici, ma fuori dalla zona paziente oppure all'esterno, nelle immediate vicinanze.
NOTA Una distanza massima per esempio di 30 m tra i terminali di uscita del trasformatore e i carichi utilizzatori è fortemente raccomandata.
I trasformatori devono essere conformi a quanto prevede la Norma CEI EN 61558-2-15 e inoltre devono rispettare le seguenti prescrizioni.
La corrente di dispersione verso terra dell'avvolgimento secondario e la corrente di dispersione sull'involucro, misurate a vuoto e con il trasformatore alimentato alla tensione ed alla frequenza nominali, non devono superare 0,5 mA.
Per realizzare sistemi con trasformatore d'isolamento per uso medicale devono essere usati trasformatori monofase con potenza nominale di uscita non inferiore a 0,5 kVA e non superiore a 10 kVA.
Laddove per alimentare più apparecchiature poste in un unico locale medico sia necessario utilizzare più trasformatori, questi ultimi non devono essere collegati in parallelo.
Se è richiesta anche l'alimentazione trifase tramite un sistema con trasformatore d'isolamento per uso medicale, deve essere previsto per questo scopo un trasformatore trifase. Per la funzione di sorveglianza vedi 710.413.1.5. Nei trasformatori utilizzati per sistemi IT-M non devono essere utilizzati condensatori.

 

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