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Channel: Norma CEI 64-8 Archivi - NT24.it Impianti elettrici - norme tecniche
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Impianti classificati secondo 64-4: sono considerati ancora “a regola d’arte”?

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~DGli impianti classificati e realizzati secondo norma CEI 64-4 e tuttora utilizzati e mantenuti secondo le norme di buona tecnica possono ancora essere considerati ”a regola d’arte”. Come ci si deve comportare in caso di verifica (es. DPR 462/01)?

Silvano Toniolo via form

~RLe Norme CEI si applicano per la progettazione e realizzazione degli impianti di nuova realizzazione alla data di entrata in vigore delle stesse, gli impianti realizzati con norme precedenti devono essere verificati secondo le norme dell’epoca di realizzazione. Nel caso specifico della nuova sezione 710 della Norma CEI 64-8, relativa agli ambienti medici, ai fini della protezione contro i contatti indiretti, oggetto della verifica ai sensi del DPR 462/01, introduce, rispetto alla vecchia Norma CEI 64-4:
- una diversa classificazione dei locali (Gruppi 0-1-2 ) che a differenza del passato richiedono che al nodo siano collegate sia le masse che le masse estranee;
- la necessita di interruttori differenziali di tipo A dove sia previsto l’uso di apparecchi elettromedicali che possono generare correnti verso terra di tipo pulsante/unidirezionale.
Tali modifiche sono richieste solo in caso di interventi di adeguamento/modifica e comunque a seguito di un aggiornamento della valutazione del rischio elettrico.

Ha risposto per NT24:
Per. Ind. Giampiero Bonardi


Impianto di cantiere: serve la dichiarazione di conformità?

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~DSalve,
visti i riferimenti tecnici e legislativi di cui alle CEI 64-17, D.Lgs 81-08, DPR 462-01 e DM 37-08 mi domandavo sull’applicabilità di quest’ultima per la parte in cui si parla di installazione degli impianti elettrici “eseguita da imprese in possesso di idonei requisiti tecnico professionali e del relativo rilascio dell’attestazione di conformità di detti impianti”.
Nel dettaglio gradirei un parere dell’applicabilità di tale passo legislativo nel caso in cui la prestazione lavorativa avvenga in un grande cantiere “permanente” all’aperto dove vengono realizzate grandi strutture metalliche per il settore oil & gas.
Il cantiere in questione è dotato di proprie cabine di trasformazione MT/BT, di una propria rete di terra e di quadri di distribuzione principali distribuiti lungo tutta l’area di costruzione da cui si diramano poi gli impianti “temporanei”.
Per ambo le parti di questi impianti (fissa e temporanea) vengono rispettate tutte le norme di buona tecnica, di verifica periodica e di manutenzione e i quadri sono esclusivamente di tipo ASC.

Arrivando al dunque, vorrei capire se un contrattista che si allaccia in maniera “temporanea” ai quadri di distribuzione primaria “permanenti” utilizzando a sua volta esclusivamente quadri di distribuzione conformi (sempre ASC) a valle dei quali estende il solo impianto di prese a spina (alimentazione di saldatrici e apparecchi elettrici portatili) debba produrre o meno dichiarazione di conformità per quest’ultimo tratto di impianto (allaccio tramite presa al quadro primario, e successiva diramazione impiantistica mobile).
Tale attività essendo inoltre ricondotta fondamentalmente al solo allaccio di una presa spina di un quadro certificato secondario, ad un quadro certificato primario, può essere eseguita da semplici elettricisti (PES) o deve essere eseguita da “da imprese in possesso di idonei requisiti tecnico professionali che provvederanno al relativo rilascio dell’attestazione di conformità di detti impianti”?

Vittorio Ghiani via form

~RLa sezione 704 della Norma CEI 64-8 riporta:

704.1.1 Le prescrizioni particolari della presente Sezione si applicano ad impianti temporanei destinati a:
• lavori di costruzione di nuovi edifici;
• lavori di riparazione, trasformazione, ampliamento o demolizione di edifici esistenti;
• opere pubbliche;
• lavori di movimentazione di terra;
• lavori simili.

Siamo in un contesto di cantiere di lavoro all’interno di una grossa struttura industriale (es. raffineria): la parte di impianto fisso è rappresentata dalla trasformazione MT/BT, dalla distribuzione principale fino all’alimentazione dei quadri principali. Su questa parte non ci sono dubbi: si applica tutta la legislazione e le norme tecniche relative agli impianti elettrici utilizzatori.

Dai quadri principali partono delle linee che alimentano dei quadri “di cantiere ASC”, se queste linee sono di tipo fisso sono da progettare, ai sensi del DM 37/08, perché vanno valutate la scelta e le portate delle condutture, vanno scelti i dispositivi di protezione protezione delle linee, e le modalità di installazione. Si applicano le regole generali della Norma CEI 64-8 con l’aggiunta delle prescrizioni della Sezione 704 relativa agli impianti per cantiere.

Se l’alimentazione del quadro di cantiere (ASC) viene effettuata tramite presa a spina, la presa di alimentazione avrà a monte un dispositivo di protezione idoneo in relazione alla portata definita dal tipo di presa a spina, ovvero deve proteggere la linea di alimentazione per la sua lunghezza/sezione/portata.

Se si rispettano le portate delle prese a spina e si associano dispositivi di protezione idonei, va tutto bene, se si cominciano ad usare riduttori/adattatori, come se ne vedono tanti nei cantieri, il rischio aumenta: quindi, al di là delle definizioni della Norma CEI 11-27, o si evita l’intercambiabilità, e allora chi li collega non serve che sia persona competente, oppure il collegamento è opportuno che sia coordinato/effettuato/vigilato da persona esperta (PES) e competente.

Gli apparecchi elettrici di tipo portatile o trasportabile non si considerano parte dell’impianto elettrico, non si applica la Norma CEI 64-8 e non ricadono negli obblighi del DM 37/08.

Questa è l’introduzione della Sezione 704 della Norma CEI 64-8, che può aiutare:

Nei cantieri di costruzione, gli impianti fissi sono limitati alle apparecchiature che comprendono gli apparecchi di comando, di protezione e di sezionamento principali (704.537).
Gli impianti a valle sono considerati come impianti movibili o trasportabili. La presente Sezione si applica sia agli impianti fissi sia agli impianti movibili o trasportabili, ad esclusione degli apparecchi utilizzatori.
Queste prescrizioni particolari non si applicano:
• agli impianti trattati dalla Pubblicazione IEC 60621, con apparecchiature di natura simile a quelle utilizzate nelle miniere a cielo aperto.
• agli impianti nei luoghi di servizio dei cantieri (uffici, spogliatoi, sale di riunione, spacci, ristoranti, dormitori, servizi igienici ecc.) ai quali si applicano le prescrizioni generali delle Parti da 1 a 6 della presente Norma.

Con l’occasione si ricorda che il progetto degli impianti elettrici per i cantieri edili non è obbligatorio ai sensi del DM 37/08… ma nemmeno vietato!

Decreto 22 gennaio 2008, n.37
Art. 10. Manutenzione degli impianti

2. Sono esclusi dagli obblighi della redazione del progetto e dell’attestazione di collaudo le installazioni per apparecchi per usi domestici e la fornitura provvisoria di energia elettrica per gli impianti di cantiere e similari, fermo restando l’obbligo del rilascio della dichiarazione di conformità.

In arrivo la Variante V4 alla Norma CEI 64-8

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E’ in inchiesta pubblica da lunedì il progetto di Variante CEI C.1171, ovvero la futura V4 alla Norma CEI 64-8Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua“.

Le modifiche riguardano principalmente:

La parte 4prescrizioni per la sicurezza“, con il nuovo articolo 422.7 della Sezione 422 (e relativo nuovo allegato A) sull’utilizzo dei dispositivi di rilevazione di guasti d’arco (AFDD);

La parte 5Scelta ed installazione dei componenti elettrici” con il nuovo Capitolo 53 “Dispositivi di protezione, sezionamento e comando”; il nuovo Capitolo 57 “Coordinamento dei dispositivi di protezione, sezionamento, manovra e comando“; l’aggiornamento della Sezione 551 “Gruppi generatori a bassa tensione“e l’aggiornamento della Sezione 559 “Apparecchi e impianti di illuminazione“;

La parte 7Ambienti particolari” con l’aggiornamento della Sezione 714 “Impianti di illuminazione situati all’esterno“, della Sezione 715 “Impianti di illuminazione a bassissima tensione” e della Sezione 753 “Sistemi di riscaldamento per pavimenti e soffitti“.

Il documento resterà a disposizione di tutti gli interessati fino al 4 di aprile, come al solito è possibile inviare i propri commenti al CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, utilizzando il documento-template scaricabile all’indirizzo www.ceiweb.it/doc/moduli/FormularioIP.docx, entro la data di scadenza dell’inchiesta preliminare. Il template va allegato all’e-mail da inviare all’indirizzo dt@ceiweb.it. I commenti saranno inviati all’Organo Tecnico CEI competente, che li analizzerà nella fase di predisposizione della versione finale del documento.

Scarica il documento in formato .pdf

Variante V3 alla 64-8: ultima settimana per inviare i commenti

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Ultimi giorni per inviare i propri commenti al progetto CEI C.1170. Il documento, che resterà in inchiesta pubblica fino a lunedì prossimo, 21 marzo, costituirà il nuovo Capitolo 8.1 ”Efficienza energetica degli impianti elettrici” della Norma CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua“.
Il nuovo Capitolo 8.1 fornisce prescrizioni, misure e raccomandazioni supplementari per il progetto, l’installazione e la verifica di tutti i tipi di impianti elettrici a bassa tensione, compresi la produzione locale e l’accumulo dell’energia per ottimizzare l’utilizzo efficiente globale dell’elettricita’. Il documento resterà a disposizione di tutti gli interessati fino al 21 marzo.

In questo periodo è possibile inviare i propri commenti utilizzando il documento-template scaricabile liberamente all’indirizzo www.ceiweb.it/doc/moduli/FormularioIP.docx, da allegare all’e-mail da inviare all’indirizzo dt@ceiweb.it. I commenti saranno inviati all’Organo Tecnico CEI competente, che li analizzerà nella fase di predisposizione della versione finale del documento.

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V4 alla 64-8: ultimi giorni in inchiesta pubblica

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Terminerà il 4 aprile la fase di inchiesta pubblica del progetto di Variante CEI C.1171, ovvero la futura V4 alla Norma CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua“.

Le modifiche riguardano principalmente:

La parte 4 “prescrizioni per la sicurezza“, con il nuovo articolo 422.7 della Sezione 422 (e relativo nuovo allegato A) sull’utilizzo dei dispositivi di rilevazione di guasti d’arco (AFDD);

La parte 5 “Scelta ed installazione dei componenti elettrici” con il nuovo Capitolo 53 “Dispositivi di protezione, sezionamento e comando”; il nuovo Capitolo 57 “Coordinamento dei dispositivi di protezione, sezionamento, manovra e comando“; l’aggiornamento della Sezione 551 “Gruppi generatori a bassa tensione“e l’aggiornamento della Sezione 559 “Apparecchi e impianti di illuminazione“;

La parte 7 “Ambienti particolari” con l’aggiornamento della Sezione 714 “Impianti di illuminazione situati all’esterno“, della Sezione 715 “Impianti di illuminazione a bassissima tensione” e della Sezione 753 “Sistemi di riscaldamento per pavimenti e soffitti“.

Il documento resterà a disposizione di tutti gli interessati fino al 4 di aprile, come al solito è possibile inviare i propri commenti al CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, utilizzando il documento-template scaricabile all’indirizzo www.ceiweb.it/doc/moduli/FormularioIP.docx, entro la data di scadenza dell’inchiesta preliminare. Il template va allegato all’e-mail da inviare all’indirizzo dt@ceiweb.it. I commenti saranno inviati all’Organo Tecnico CEI competente, che li analizzerà nella fase di predisposizione della versione finale del documento.

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Dimensionamento del conduttore di protezione PE

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~DBuongiorno, secondo CEI 64/8 per cavi >16mmq il neutro può essere inferiore della sezione di fase purchè non sia meno della metà della sezione del conduttore di fase e sempre senza scendere sotto i 16mmq. Lo stesso vale per il PE? esistono dei casi in cui il PE può essere inferiore della metà della sezione del conduttore di fase?

Luca via form

~RLa Norma CEI 64-8 (sezione 543 “conduttore di protezione”) permette di scegliere la sezione del PE o in modo convenzionale, in base a quella dei conduttori di fase (stessa sezione della fase fino a 16 mm2 e la metà con un minimo di 16 mm2 per sezioni superiori), oppure in base all’energia passante:

543.1 Sezioni minime
La sezione del conduttore di protezione deve essere calcolata come indicato in 543.1.1; oppure scelta come indicato in 543.1.2.
In entrambi i casi si deve tener conto, per quanto riguarda la sezione minima, del paragrafo 543.1.3.
NOTA I morsetti delle apparecchiature devono essere dimensionati in modo tale che siano in grado di collegare i conduttori di protezione così determinati.

543.1.1 La sezione del conduttore di protezione non deve essere inferiore al valore determinato con la seguente formula:

000

dove:
Sp : sezione del conduttore di protezione (mm2);
I : valore efficace della corrente di guasto che può percorrere il conduttore di protezione per un guasto di impedenza trascurabile (A);
t : tempo di intervento del dispositivo di protezione (s);

NOTA 1 Si deve tener conto dell’effetto di limitazione della corrente dovuto alle impedenze del circuito ed alla capacità di limitazione (integrale di Joule) del dispositivo di protezione.

K : fattore il cui valore dipende dal materiale del conduttore di protezione, dell’isolamento e di altre parti e dalle temperature iniziali e finali. Valori di K per i conduttori di protezione in diverse applicazioni sono dati nelle Tabb. 54B, 54C, 54D e 54E, in cui δi indica la temperatura iniziale e δf la temperatura finale.

Se dall’applicazione della formula risulta una sezione non unificata, deve essere usato il conduttore di sezione unificata immediatamente superiore.

NOTA 2 È necessario che la sezione così calcolata sia compatibile con le condizioni imposte dall’impedenza dell’anello di guasto.
NOTA 3 Per i limiti di temperatura da considerare nei luoghi con pericolo di esplosione si rimanda alla Norma CEI EN 60079-14.
NOTA 4 Si deve tener conto della massima temperatura ammessa per le connessioni.
NOTA 5 I valori per i cavi con isolamento minerale sono allo studio.

000

543.1.2 Le sezioni dei conduttori di protezione non devono essere inferiori ai valori dati in Tab. 54F. In questo caso non è necessario effettuare la verifica secondo 543.1.1.
Se dall’applicazione di questa Tabella risulta una sezione non unificata, deve essere adottata la sezione unificata più vicina al valore calcolato.

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Coordinamento con le protezioni nei sistemi TN

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~DNei sistemi TN la norma consente l’utilizzo di dispositivi (sia differenziali, sia automatici contro le sovracorrenti) rispettando la relazione Zs • Ia ≤ U0 entro i tempi della tabella 4 per i circuiti terminali con correnti inferiori a 32A, o entro 5s per i circuiti di distribuzione o per circuiti terminali con correnti nominali superiori a 32A.
Se l’interruzione automatica non può essere ottenuta rispettando le condizioni 
precedentemente illustrate si può realizzare un collegamento equipotenziale supplementare connesso a terra: Vorrei sapere perchè questo collegamento mi permette di realizzare la protezione contro i contatti indiretti. ringrazio distinti saluti.

nicolamaga63 via form

~RLa Norma CEI 64-8 all’art. 413.1.3.3 prescrive che, se si presenta un guasto di impedenza trascurabile in qualsiasi parte dell’impianto tra un conduttore di fase ed un conduttore di protezione o una massa, l’interruzione automatica dell’alimentazione debba avvenire entro il tempo specificato secondo la condizione 

Zs  Ia < U0

dove:
Zs è l’impedenza dell’anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto ed il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente;
Ia è la corrente che provoca l’interruzione automatica del dispositivo di protezione, entro il tempo definito nella Tab. 41A in funzione della tensione nominale U0 per i circuiti specificati in 413.1.3.4, ed, entro un tempo convenzionale non superiore a 5 s per gli altri circuiti; se si usa un interruttore differenziale Ia è la corrente differenziale nominale di intervento.
Uo è la tensione nominale verso terra in volt in c.a. e in c.c.

Praticamente per i circuiti di distribuzione la verifica della condizioni di cui sopra è sempre garantita dal corretto coordinamento dei dispositivi di protezione a corrente inversa.
Nelle condizioni più 
restrittive derivanti da valori più elevati dell’impedenza dell’anello di guasto, in particolare nei circuiti terminali, ove non sia possibile per ragioni tecniche e/o di funzionalità utilizzare una protezione a corrente differenziale (che garantisce la protezione sino a valori molto elevati di Zs) è necessario realizzare un collegamento equipotenziale supplementare ai sensi degli art. 413.1.3.6 e 413.1.2.2.1.

La funzione di questo collegamento è quella di ridurre il valore dell’impedenza dell’anello di guasto realizzando un collegamento a terra vicino all’utilizzatore. Il collegamento equipotenziale crea una resistenza in parallelo al circuito che abbassa il valore dell’impedenza dell’anello di guasto. Deve essere garantita l’efficacia del collegamento equipotenziale locale connesso a terra verificando la resistenza tra ogni masse ed ogni massa estraneaa simultaneamente accessibile secondo la relazione indicata nell’art. 413.1.2.2.2

< Ul / Ia

dove:
Ia è la corrente (in A) che provoca il funzionamento automatico entro 5 s del dispositivo di protezione contro le sovracorrenti.

Locali medici: caratteristiche del nodo equipotenziale

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~DApprofitto della Vostra competenza, complimentandomi per l’utile servizio offerto, chiedendovi quanto segue: ho rilevato che nella quasi totalità dei locali di gruppo 1 e 2 in un ospedale il nodo equipotenziale (sub-nodo) dei gas medicali è realizzato con un morsetto a cappellotto, oppure i conduttori sono direttamente crimpati insieme al conduttore equipotenziale che arriva dal nodo equipotenziale principale del locale. Di solito, almeno secondo la mia esperienza, i nodi vengono realizzati con barre in rame o con appositi componenti. La realizzazione che ho descritto è a norma? Qualora non lo fosse, è possibile soprassedere dato che si tratta solo dei gas (3 o 4 conduttori per volta)?

William Cavalli  via form

~RLa soluzione da Lei descritta non è conforme a quanto richiesto dalla Norma CEI 64-8 sez. 710:            

710.413.1.2.2.4 Posizionamento del nodo equipotenziale
Il nodo equipotenziale deve essere posto entro o vicino al locale medico e deve essere collegato al conduttore principale di protezione, con un conduttore di sezione almeno equivalente a quella del conduttore di sezione più elevata collegato al nodo stesso. Le connessioni devono essere disposte in modo che esse siano chiaramente identificabili ed accessibili e in grado di essere scollegate individualmente.

La connessione che ha rilevato non consente di scollegare individualmente le connessioni, per cui va sostituita con una apposita morsettiera. Nessuno “sconto” anche se si tratta di un subnodo con poche connessioni.


Impianti scolastici: quali norme e quali leggi?

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~DBuonasera, sono stato incaricato di fare un impianto elettrico ad un distaccamento di una scuola elementare, sono due aule di circa 50 mq, le aule si trovano nello stesso edificio dove e situato un asilo. Tenendo conto che le aule attingono ad una utenza di 100 A, quindi con l’obbligo di progetto quali sono le altre normative che dovrei attuare?

Ruggero Abbatini via form

~RSi precisa che secondo il Decreto 37/08 il progetto è sempre obbligatorio, nel caso descritto il progetto deve essere firmato da professionista iscritto ad albo o ordine professionale per limiti dimensionali (potrebbe inoltre essere classificato ambiente a maggior rischio in caso di incendio). Detto questo per un ambiente scolastico occorre fare riferimento alle regole generali (parti da 1 a 6) della Norma CEI 64-8 e alle sezioni applicabili della parte settima (ad esempio la sezione 751 “ambienti a maggior rischio in caso di incendio“).

Gli edifici scolastici contenenti più di 100 persone rientrano nel campo di applicazione del DPR 151/11Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi…” (attività numero 67). Alle scuole si applica anche il Decreto 26 agosto 1992Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica“.

Per quanto riguarda l’illuminazione si applica la Norma UNI 10840Luce e illuminazione – Locali scolastici – Criteri generali per l’illuminazione artificiale e naturale” che elenca i criteri generali per l’illuminazione artificiale e naturale delle aule e di altri locali scolastici, in modo da garantire condizioni che soddisfino il benessere e la sicurezza degli studenti e degli altri utenti della scuola.

Infine, trattandosi di luogo di lavoro, si ricorda che si deve applicare quanto previsto dal DLgs 81/08.

 

Classificazione delle camere di degenza: locali medici di gruppo 1?

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~D

La definizione di “locale ad uso medico” presente nel campo di applicazione dell’art. 710.1.1 della Norma CEI 64-8 può ricomprendere anche i locali con possibile presenza di elettromedicali (tra cui le camere di degenza), destinati agli ospiti, di una casa di riposo?

Paolo Valdisolo via form

~RIl paragrafo 710.1.1 “campo di applicazione” della sezione 710 “locali medici” della Norma CEI 64-8  è stato modificato dalla variante V2 pubblicata nel corso del 2015, ed è questo:

710.1.1 Campo di applicazione
Le prescrizioni particolari della presente Sezione si applicano agli impianti elettrici nei locali medici, in modo da garantire la sicurezza dei pazienti e del personale medico. Queste prescrizioni si riferiscono principalmente ad ospedali, a cliniche private, a studi medici e dentistici, a locali ad uso estetico ed a locali dedicati ad uso medico nei luoghi di lavoro.
Le prescrizioni di questa Sezione si applicano anche agli impianti elettrici in ambienti destinati a ricerche in campo medico.

NOTA 1 Potrebbe essere necessario modificare l’impianto elettrico esistente, in accordo con la presente norma, quando avvenga un cambiamento di utilizzo del locale. In particolare deve essere prestata attenzione quando siano previsti procedimenti intracardiaci.
NOTA 2 In quanto applicabile, la presente Sezione può essere usata anche per cliniche e ambulatori veterinari. Le prescrizioni di questa Sezione non si applicano agli apparecchi elettromedicali (ME).
NOTA 3 Per gli apparecchi e i sistemi elettromedicali, vedere la serie di Norme CEI EN 60601.
NOTA 4 I requisiti di questa Sezione riguardano, per esempio, le installazioni elettriche in locali ad uso medico di:
- ospedali e cliniche (incluso quelle temporanee e di emergenza);
- locali dedicati all’interno di case di cura e case per persone anziane, dove i pazienti sono sottoposti a cure mediche;
- centri medici, ambulatoriali, pronto soccorso;
- altre tipologie di ambulatori (nelle industrie, impianti sportivi o altri).
NOTA 5 L’applicazione dei requisiti di questa Sezione non esclude l’obbligo di rispettare altri regolamenti e leggi nazionali.

La classificazione dei locali all’interno della struttura (ambienti ordinari, gruppo 0,1 o 2) deve essere eseguita tenendo conto delle attività che si svolgono al suo interno e delle esigenze dell’ospite/paziente: il campo di applicazione della Sezione 710 può certamente comprendere le camere di degenza (l’allegato B della sezione “Esempi di classificazione dei locali ad uso medico” suggerisce di classificare come gruppo 1 le camere o gruppi di camere adibite ad uso medico nelle quali i pazienti sono alloggiati per la durata del loro soggiorno in un ospedale o in un altro ambiente ad uso medico), ma non è possibile generalizzare: occorre un’attenta e puntuale valutazione del rischio.

Collegamenti EQS del bagno… in cucina

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~DBuongiorno, sto rifacendo da zero l’impianto elettrico di un appartamento realizzato negli anni ’60. Tralasciando il problema di applicazione del capitolo 37 della 64-8, che mi sta creando non pochi problemi, mi è sorto il seguente dubbio per cui mi rivolgo a voi:
Devo realizzare i collegamenti equipotenziali supplementari del bagno (nell’impianto esistente non erano realizzati, infatti il mio incarico l’ho ricevuto perchè il proprietario sentiva la scossa quando toccava i rubinetti), ma tutto il locale bagno è rivestito di marmo (lastre da 100*50 cm) per cui non è possibile (o è assai rischioso) fare nuove tracce. Quindi. E’ possibile realizzare i collegamenti all’esterno del locale? Potrei risolvere tutto mettendo una scatola dal lato della cucina adiacente (riesco ad intercettare tutti i tubi, perchè ho il cavedio vicinissimo e anche la caldaia è vicina come può vedere dalla planimetria che allego). 

Mario Antonio Rovelli via form

0001

~RLa soluzione da Lei prospettata è sicuramente accettabile, anche in virtù del commento all’articolo 710.413.1.2 della Norma CEI 64-8:

701.413.1.2
Informazioni relative all’applicazione del collegamento equipotenziale supplementare nelle diverse Sezioni di questa Parte 7 sono fornite nel 413.1.2.2.3.
Le tubazioni metalliche è sufficiente che siano collegate vicino all’ingresso dei locali da bagno (all’interno o all’esterno). Una vasca da bagno non è in genere in contatto con i ferri del cemento armato; non essendo una massa estranea non deve essere quindi collegata al collegamento equipotenziale supplementare.
La prescrizione dell’articolo 543.3.2 viene interpretata nel senso che non è necessario che siano accessibili le connessioni dei conduttori equipotenziali supplementari alle tubazioni metalliche all’ingresso dei locali da bagno. Nei locali da bagno i pavimenti non isolanti (ma non metallici) non sono da considerare masse estranee.
La sezione di questi conduttori equipotenziali supplementari deve essere in accordo con l’articolo 543.1.3.
Nel seguito si forniscono esempi di possibili masse estranee:
• parti metalliche dei sistemi di alimentazione idrico e dei sistemi di acque reflue;
• parti metalliche dei sistemi di riscaldamento e di condizionamento;
• parti metalliche dei sistemi di alimentazione gas;
• parti metalliche accessibili della struttura.

Pubblicata la nuova Norma CEI 64-8/8-1

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È disponibile da oggi la nuova Norma CEI 64-8/8-1 “Efficienza energetica degli impianti elettrici”.

La Parte 8-1 della Norma base per impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione si inserisce nell’ambito del contenimento dei consumi energetici nella progettazione dei nuovi edifici e nella ristrutturazione di quelli esistenti, previsto dalla legislazione vigente.
Tratta delle prescrizioni e delle raccomandazioni per il progetto di un impianto elettrico nel quadro di un approccio di gestione dell’efficienza energetica al fine di ottenere il miglior servizio permanente funzionalmente equivalente con il consumo di energia elettrica più basso e nelle condizioni di disponibilità di energia e di equilibrio economico più accettabili.

La Norma individua quattro settori in cui sviluppare una metodologia specifica di realizzazione dell’efficienza energetica: abitazioni; edifici commerciali; edifici industriali; infrastrutture.

La Norma CEI 64-8/8-1 è disponibile presso tutti i punti vendita CEI e CEI Webstore per l’acquisto online, sia in versione cartacea sia elettronica, al prezzo di copertina di € 65,00 (€ 52,00 per i Soci).

Riferimenti normativi per la bassa tensione

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~DVorrei sapere per gli impianti minori di 1000 Volt quale norma ha sostituito la 11-1, ci sono solo le nuove Norme CEI per impianti a tensione superiore a 1kV.

Manuel via form

~RPer la bassa tensione il riferimento dal 1984 è la Norma CEI 64-8 ”Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1 500 V in corrente continua“.
Per gli impianti a tensione superiore a 1kV dal primo novembre 2013, la nona edizione della Norma CEI 11-1 è stata sostituita dalla coppia di Norme:
CEI EN 61936-1 (Classificazione CEI 99-2): “Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata“;
CEI EN 50522 (Classificazione CEI 99-3): “Messa a terra degli impianti elettrici a tensione superiore a 1 kV in corrente alternata“.

Portata dei cavi su più piani in passerella

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~DVorrei sapere, come si calcola la portata dei cavi ubicati su più piani in passerella?
Potreste allegare un esempio pratico e numerico?

Francesco Tufano via form

~RLa portata dei cavi Iz in Ampere nelle condizioni di posa più comuni (da inserire nella disequazione di cui all’art. 433.2 della Norma CEI 64-8/4Coordinamento tra conduittori e dispositivi di protezione” ai fini della protezione contro il sovraccarico) viene indicata nelle Tabelle I e I della Norma CEI-UNEL 35024/1Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua Portate di corrente in regime permanente per posa in aria“.
La portata Iz di un cavo in una specifica condizione di installazione viene ricavata dalla seguente formula:

Iz = Io x k1 x k2

dove:
Io = portata in aria a 30 °C relativa al metodo di installazione previsto, ricavata dalle
Tabelle I o II;
k1 = fattore di correzione per temperature ambiente diverse da  30 °C (Tabella III);
k2 = fattore di correzione per più circuiti installati in fascio o strato (Tabella IV,V o VI)

Tubi e canali in locali adibiti a lavorazione di prodotti ad uso alimentare

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~DCi sono prescrizioni per l’utilizzo di canalizzazioni portacavi in metallo e tubazioni esterne in PVC nelle cucine o comunque nei locali ad uso alimentare? Il quesito non riguarda problemi di tipo elettrico quanto quelli di tipo sanitario.

Achille Musci via form

~ROltre alle prescrizioni generali e particolari derivanti dalla normativa elettrica (gradi di protezione IP, eventuale protezione contro le esplosioni, etc. etc.) sono da applicare le prescrizioni di carattere igienico-sanitario.
I criteri di scelta dei componenti elettrici e delle canalizzazioni portacavi in metallo e per le tubazioni esterne nei locali adibiti a lavorazione di prodotti ad uso alimentare derivano dall’applicazione dellle prescrizioni riportate nel “Regolamento 852/04/CE sull’igiene dei prodotti alimentari”, nel Regolamento N. 1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 ottobre 2004 riguardante i “materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e che abroga le direttive 80/590/CEE e 89/109/CEE”, e nei regolamenti di igiene comunali.

Nei locali adibiti alla lavorazione di prodotti ad uso alimentare sono da rispettare, tra le altre, le seguenti condizioni:
- pareti intonacate e rivestite, per altezza non inferiore a m. 2, con materiali impermeabili, facilmente lavabili e disinfettabili,
- soffitti e attrezzature sopraelevate devono essere realizzati in modo tale da evitare accumulo di sporcizia, formazione di muffa e caduta di particelle,
- le superfici e le attrezzature a contatto con gli alimenti devono essere idonee a tale scopo oltre ad essere facilmente pulibili, disinfettabili, in materiale liscio, lavabile, resistente alla corrosione e non tossico.
Pertanto le parti degli impianti elettrici (canalizzazioni, prese, cassette, quadri, apparecchi di illuminazione, etc.) devono rispettare le condizioni soprariportate e in particolare se “a contatto con gli alimenti”, ovvero se adiacenti ai piani di lavorazione degli stessi, essere: “facilmente pulibili, disinfettabili, in materiale liscio, lavabile, resistente alla corrosione e non tossico”.
Alcuni materiali di uso comune nella componentistica elettrica (ad esempio vetroresina, acciaio zincato, PVC, alcune resine termoplastiche) non presentano caratteristiche fisico-chimiche adeguate per rispondere in modo completo alle prescrizioni di carattere igienico-sanitario.

Pertanto le scelte dei materiali operate dal progettista e dall’installatore dovranno essere preventivamente verificate con il progettista della cucina o con il tecnologo alimentare o con il funzionario dell’ente di controllo (ASL/ARPA) ai fini del pieno rispetto delle prescrizioni igienico sanitarie.
Possiamo consigliare di utilizzare nelle aree prossime alla lavorazione degli alimenti componenti e canalizzazioni in acciaio inox (austenitici) del tipo AISI 304 o 316 in rapporto alla corrosività dei alimenti in lavorazione.


Protezione degli elettrodomestici: quali prescrizioni normative?

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~DIn merito alle prese elettrodomestici comandate localmente con interruttore bipolare, avevo trovato una guida di applicazione della norma 64/8 abbastanza recente, che sconsigliava l’utilizzo di interruttore automatico (IAM) posto in apposito quadro elettrico sebbene adiacente alla zona cottura .
Veniva invece indicato l’utilizzo di interruttore di manovra bipolare posto nelle immediate vicinanze delle prese comandate. Che riferimento normativo c’è che sconsiglia l’utilizzo di quadro elettrico posto in cucina o anche no, ove installare gli interruttori (IAM) per il comando individuale degli elettrodomestici fissi ad incasso?

Murgia Valter via form

~RSiamo nel campo dei “consigli”, non dei disposti normativi.
I criteri di posa per gli interruttori a protezione delle prese comandate (poste in posizione visibile o non visibile) nei locali cucina possono essere dedotti dal Paragrafo 37.5.1 del Capitolo 37 Norma CEI 64-8/3 che recita:
“Il comando, situato all’interno, di punti luce esterni (balconi, terrazze, giardini) e in generale per tutti quelli non direttamente visibili, deve essere associato a una spia di segnalazione, che può essere integrata nel comando medesimo, atta a segnalare lo stato di “acceso” dell’apparecchio comandato”.
Nulla osta dal punto di vista normativo installare gli eventuli comandi e/o gli interruttori di protezione delle prese nel quadro generale dell’unità immobiliare o in un quadro secondario, purchè gli stessi dispositivi siano adeguatamente segnalati con le indicazioni del caso e che nel manuale d’uso e manutenzione dell’impianto elettrico siano chiaramente indicate all’utilizzatore dell’impianto le condizioni di funzionamento e le azioni da eseguire per i comandi in regime ordinario e per le attività di sezionamento per guasto e manutenzione.
Le scelte di cui sopra sono a carico del progettista dell’impianto acquisite le specifiche e i “desiderata” del Committente.

In inchiesta pubblica l’introduzione degli AFDD nella 64-8

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E’ in inchiesta pubblica il Progetto CEI C.1198, contenente modifiche alla Sezione 422 del Capitolo 42 della Norma CEI 64-8/4, riguardante i dispositivi di rilevazione contro i guasti d’arco (AFDD) e l’articolo 532.6, relativo ai criteri di installazione degli AFDD, del Capitolo 53 della Norma CEI 64-8/5. Il documento sarà a disposizione di tutti gli interessati fino al 30 gennaio 2017.

Scarica il documento in formato .pdf (link a CEInorme.it)

Unità abitativa su più livelli: quanti quadri?

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~DQuale norma indica per una casa con più livelli abitativi, quanti quadri elettrici con relativi interruttori differenziale e magneto/termico?

Bruno via form

~RIl riferimento generale per gli impianti in bassa tensione è la Norma CEI 64-8Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua“. Il capitolo 37 in particolare descrive quali sono le dotazioni minime necessarie a seconda della superficie e del livello di impianto. L’opportunità di installare più quadri elettrici in un’abitazione su più livelli non deriva da indicazioni normative ma da esigenze installative. In fase di progetto può quindi scegliere il numero di quadri che ritiene più opportuno. Maggiori informazioni le trova QUI.

Gradi di protezione “IP” e Norma CEI 64-8

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Il codice IP (International Protection) identifica in modo univoco e codificato i gradi di protezione degli involucri per apparecchiature elettriche. La prima edizione della Norma CEI 70-1 risale al 1980, la seconda edizione ha introdotto un’ulteriore codifica (la lettera addizionale) per caratterizzare meglio la protezione contro i contatti diretti.
L’attuale edizione italiana della Norma CEI EN 60529 (IEC529 ex CEI 70-1) “Gradi di protezione degli involucri” è stata pubblicata nel giugno 1997 (fascicolo CEI 3227 C). Il documento stabilisce un sistema di classificazione dei gradi di protezione degli involucri per materiale elettrico, la cui tensione nominale non supera 72.5 kV.

La Norma permette di indicare, attraverso il codice IP (dal francese “Indice de Protection” = “Degree of Protection” = “Grado di Protezione”), il livello di protezione degli “involucri elettrici“, contro l’accesso a parti attive e contro la penetrazione di corpi solidi estranei e dell’acqua, senza entrare nel merito della protezione contro i rischi d’esplosione o umidità, vapori corrosivi, muffe o insetti. Il grado di protezione IP dichiarato deve essere garantito nella “condizione ordinaria di servizio degli apparecchi”.

L’ultima novità risale al 2014: con l’entrata in vigore la Variante V2 della Norma CEI EN 60529 (IEC529 ex CEI 70-1), sono stati modificati alcuni paragrafi rispetto alla Norma base ed è stato introdotto il grado di protezione IP X9 “protezione contro getti d’acqua ad alta pressione e a temperatura elevata”. Per alta pressione la Norma intende 80-100 bar e per temperatura elevata 80°C + 5°C (condizioni di prova). Proprio come per i gradi di protezione IP X7 (immersione temporanea) e IP X8 (immersione continua), anche il grado di protezione IP X9 non comprende i precedenti.
Ovvero, un involucro IP X9 potrebbe non essere IP X6, ovvero protetto contro getti d’acqua ad alta pressione e a temperatura elevata, ma non protetto contro getti d’acqua potenti. Ecco l’attuale struttura del codice IP (tabelle 1,2,3 e 4).

La prima cifra indica il grado di protezione contro la penetrazione di corpi solidi estranei, e deriva da prove effettuate con calibri o strumenti particolari (es. dito di prova):

0 = nessuna protezione
1 = protetto contro corpi solidi superiori a 50 mm di diametro;
2 = protetto contro corpi solidi superiori a 12 mm di diametro;
3 = protetto contro corpi solidi superiori a 2,5 mm di diametro;
4 = protetto contro corpi solidi superiori a 1 mm di diametro;
5 = protetto contro le polveri;
6 = totalmente protetto contro le polveri.

La seconda cifra indica il grado di protezione contro la penetrazione di liquidi:

0 = nessuna protezione;
1 = protetto contro le cadute verticali di gocce d’acqua;
2 = protetto contro le cadute di gocce d’acqua o pioggia fino a 15° dalla verticale;
3 = protetto contro le cadute di gocce d’acqua o pioggia fino a 60° dalla verticale;
4 = protetto contro gli spruzzi d’acqua da tutte le direzioni;
5 = protetto contro i getti d’acqua;
6 = protetto contro i getti d’acqua potenti;
7 = protetto contro gli effetti delle immersioni temporanee;
8 = protetto contro gli effetti delle immersioni continue;
9 = protetto contro getti d’acqua ad alta pressione e a temperatura elevata.

La lettera addizionale indica il grado di protezione contro l’accesso a parti pericolose:

A = protetto contro l’accesso con la mano;
B = protetto contro l’accesso il dito;
C = protetto contro l’accesso con attrezzo;
D = protetto contro l’accesso con filo.

La lettera supplementare fornisce informazioni particolari, relative alla protezione del materiale:

H = adatto per apparecchiatura ad alta tensione;
M = provato contro gli effetti dannosi dovuti all’ingresso d’acqua con le parti mobili dell’apparecchiatura in moto;
S = provato contro gli effetti dannosi dovuti all’ingresso d’acqua con le parti mobili dell’apparecchiatura non in moto;
W = adatto all’uso in condizioni atmosferiche specificate e dotato di misure o procedimenti addizionali, in riferimento al libretto di uso e di manutenzione del costruttore.

Grado di protezione minimo
L’installatore (o il progettista) devono scegliere componenti idonei a seconda del luogo dell’installazione. A volte la scelta è di buon senso, a volte il grado di protezione minimo è imposto da documenti normativi. Questi i riferimenti contenuti nella Norma CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua” (cliccare sui banner per visualizzare i riferimenti normativi):

1. Protezione contro la penetrazione di corpi solidi (prima cifra)

a) art. 537.5.2 commento
Ingresso cavi in scatole affioranti dal pavimento, per la pulizia dei quali non si prevede lo spargimento di liquidi.

b) art. 752.55.2
Ingresso cavi in scatole affioranti dal pavimento, per la pulizia dei quali non si prevede lo spargimento di liquidi nei locali di pubblico spettacolo.

c) art. 751.4.1 tabella
Ambienti a maggior rischio in caso di incendio: grado di protezione verso la parete di scatole e cassette (regola generale).

d) art. 751.4.5
Ambienti a maggior rischio in caso di incendio per carico di incendio: parti attive non scintillanti di motori (anche SELV).

a) art. 537.5.2 commento
Contorno del coperchio di chiusura, inclusa l’entrata dei cavi, di cassette atte a contenere prese con direzione di inserzione della spina orizzontale, o prossima all’orizzontale, affioranti da pavimenti sopraelevati o riportati (a pannelli accostati), per la pulizia dei quali non si prevede lo spargimento di liquidi.

b) art. 752.55.2
Contorno del coperchio di chiusura, inclusa l’entrata dei cavi, di cassette atte a contenere prese con direzione di inserzione della spina orizzontale, o prossima all’orizzontale, affioranti da pavimenti sopraelevati o riportati (a pannelli accostati), per la pulizia dei quali non si prevede lo spargimento di liquidi nei locali di pubblico spettacolo.

c) art. 705.413 
Circuiti terminali non protetti da differenziali con Idn < 300 mA in ambienti ad uso agricolo o zootecnico.

d) art. 705.422.7
Ambienti ad uso agricolo o zootecnico: involucri di materiale isolante con il quale devono essere protetti i conduttori di circuiti a bassissima tensione, in aggiunta all’isolamento principale, nei luoghi in cui esiste pericolo di incendio.

e) art. 708.512.2.2
Apparecchiature installate in campeggi per camper e caravan.

f) art. 709.512.2.1.2
Darsene e simili: tutte le apparecchiature installate su: molo, banchina, pontile o pontone.

g) art. 711.521
Tubi e canali senza particolari requisiti nei confronti dell’incendio installati in fiere, mostre o stand.

h) art. 751.4.2.6
Condutture a2) e c3); binari elettrificati e condotti sbarre in ambienti a maggior rischio in caso di incendio.

i) art. 751.4.2.8
Condutture b) o c) con cavi non propaganti la fiamma installati individualmente in ambienti a maggior rischio in caso di incendio.

l) art. 751.4.4
Richiesto (almeno verso le strutture combustibili) in ambienti a maggior rischio in caso di incendio per strutture portanti combustibili, per apparecchi (esclusi interruttori luce e similari, prese a spina ad uso domestico e similare, interruttori automatici magnetotermici fino a 16 A, potere di interruzione Icn 3000A) che nel loro funzionamento previsto possono produrre  archi o scintille tali da far uscire dal microambiente interno particelle incandescenti che possono innescare un incendio.

m) art. 751.4.5
Richiesto in ambienti a maggior rischio in caso di incendio per carico di incendio per i componenti dell’impianto.

n) art. 751.55.5
Apparecchi per l’illuminazione del palcoscenico e degli ambienti di servizio in luoghi di pubblico spettacolo.

a) art. 537.5.2 commento
Contorno del coperchio di chiusura, inclusa l’entrata dei cavi, di cassette atte a contenere prese con direzione di inserzione della spina verticale, o prossima alla verticale, affioranti da pavimenti sopraelevati o riportati (a pannelli accostati), per la pulizia dei quali non si prevede lo spargimento di liquidi.

b) art. 752.55.2
Contorno del coperchio di chiusura, inclusa l’entrata dei cavi, di cassette atte a contenere prese con direzione di inserzione della spina verticale, o prossima alla verticale, affioranti da pavimenti sopraelevati o riportati (a pannelli accostati), per la pulizia dei quali non si prevede lo spargimento di liquidi nei locali di pubblico spettacolo.

2. Protezione contro la penetrazione di liquidi (seconda cifra)

a) art. 753.512.2.5 
Elementi riscaldanti per installazione nei soffitti.
a) art. 702.512.2 
Zone 2 di piscine al coperto.

a) art. 701.512.2 
Zone 1 e 2 di locali contenenti bagni o docce tranne le unità di alimentazione per rasoi con trasformatore di isolamento, se posizionate dove gli spruzzi d’acqua sono improbabili;
Zone 2 di piscine se è prevista la pulizia con getti d’acqua;

b) art. 701.55 commento
Ventilatori aspiratori di classe II installati in zona 2 di locali contenenti bagni o docce.

c) art. 702.512.2 
Zona 1 di piscine al coperto che non vengono pulite con getti d’acqua.
Zone 2 di piscine all’aperto.

d) art. 708.512.2.1
Campeggi per caravan e camper: componenti non sottoposti a getti d’acqua.

e) art. 709.55.1.1
Darsene: componenti potenzialmente esposti a spruzzi d’acqua.

a) art. 701.512.2 
Bagni pubblici o comuni se è prevista la pulizia con getti d’acqua;
Zone 1 di piscine e fontane;
Zone 2 di piscine se è prevista la pulizia con getti d’acqua;

b) art. 701.513.2
Saune e simili se è prevista la pulizia con getti d’acqua;

c) art. 708.512.2.1 
Campeggi per caravan e camper: componenti potenzialmente esposti a getti d’acqua.

d) art. 709.55.1.1
Darsene: componenti potenzialmente esposti a getti d’acqua.

e) art. 714.15
Apparecchi di illuminazione per gallerie.

a) art. 709.55.1.1
Prese a spina e componenti soggetti a onde.

a) art. 701.512.2 
Zona 0 di locali contenenti bagni o docce.

b) art. 714.5 
Illuminazione esterna: componenti interrati o in pozzetti con drenaggio.

c) art. 753.512.2.5
Elementi scaldanti per installazione in pavimenti di cemento o materiale simile.

a) art. 702.512.2 
Zona 0 di piscine e fontane (anche IPX5 se è prevista la pulizia con getti d’acqua tipo idropulitrice).

b) art. 714.5 
Illuminazione esterna: componenti interrati o in pozzetti senza drenaggio.

3. Protezione contro l’accesso a parti pericolose (lettera addizionale)

a) art. 711.526.1
Connessioni elettriche in fiere, mostre e stand.

b) art. 711.42.02 
Parti attive di componenti SELV e PELV installati in fiere, mostre e stand.

c) art. 412.2.2
Superfici superiori orizzontali di barriere e involucri a portata di mano.

a) art. 411.1.4.3 
Parti attive di circuiti SELV a tensione maggiore di 25 V in c.a. e 60 V in c.c..

b) art. 411.1.5.1   
Parti attive di componenti PELV a tensione maggiore di 25 V in c.a. e 60 V in c.c. se presenti EQP.

c) art. 411.1.5.2
Parti attive di componenti PELV a tensione maggiore di 12 V in c.a. e 30 V in c.c. non inclusi al punto b) precedente.

dart. 412.2.1
Parti attive BT (sistemi I categoria)

eart. 413.2.2.1
Parti intermedie di componenti di classe II per installazione.

fart. 413.2.2.3
Parti conduttrici dietro porte o involucri accessibili senza chiavi o attrezzi di componenti di classe II per installazione.

gart. 526.1 commento
Giunzioni all’interno di canali o su passerelle (a meno che nel luogo non sia richiesto IP maggiore).

hart. 701.411.1.4.3
Parti attive dei circuiti SELV nei locali da bagno (zone 0,1,2,3);
Parti attive dei circuiti SELV nelle piscine (zone 0,1,2) e fontane (zone 0 e 1);
Parti attive dei circuiti SELV nelle saune;
Parti attive dei circuiti SELV nei cantieri edili;
Parti attive dei circuiti SELV nei luoghi conduttori ristretti;

iart. 701.411.1.3.7
Parti attive dei circuiti SELV negli ambienti ad uso agricolo o zootecnico.

lart. 710.411.1
Parti attive di circuiti SELV e PELV nei locali medici di gruppo 1 e 2 (a tensione maggiore di 25 V in c.a. e 60 V in c.c.).

mart. 714.412
Parti attive poste dietro a sportello (anche se apribile da attrezzi o chiave) di impianti di illuminazione a meno di 2,5 m dal suolo.

4. Altre disposizioni

a) art. 714.5 
Apparecchi di illuminazione installati all’esterno, posti a più di 2,5 m dal suolo, se il rischio di inquinamento ambientale è trascurabile.
a) art. 703.512.2
Apparecchi installati nelle saune.
a) art. 527.2.4
Tubi o canali che penetrano in elementi costruttivi con resistenza REI specificata e non otturati internamente.

b) art. 714.5
Illuminazione esterna non soggetta a spruzzi o altre condizioni più gravose.

a) art. 721.55.6 all B
Morsettiera del cavo di alimentazione di caravan e camper e luci esterne.
a) art. 705.512.2
Apparecchiature utilizzate in condizioni ordinarie in ambienti ad uso agricolo o zootecnico.

b) art. 708.530.5.1
Prese a spina installate in aree di sosta per camper o caravan.

c) art. 709.55.1.1
Prese a spina non soggette a getti d’acqua e spruzzi in darsene e ambienti assimilabili.

d) art. 717.55.01
Unità mobili o trasportabili: prese a spina utilizzate all’esterno.

e) art. 722.512.2.1
Punto di connessione all’impianto fisso: apparecchiature all’aperto.

a) art. 522.3 e 522.4
Accoppiamento meccanico di torrette sporgenti dal pavimento o di cassette affioranti sul pavimento.

a) art. 721.512.2
Impianti a bordo di caravan e camper esposti alle intemperie.

b) art. 717.55.01
Unità mobili o trasportabili: spine di connettore di apparecchi utilizzatori.

 

Luca Vitti
Direttore Tecnico NT24

credits

Locali medici, retroattività e valutazione del rischio

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~DBuongiorno,
volevo chiedere informazioni riguardo ad un’affermazione fatta da un cliente il quale mi dice che l’adeguamento a norma degli impianti di emergenza e sicurezza non è obbligatorio in quanto prevale la retroattività della norma vigente all’epoca dell’installazione. Preciso che si tratta di Impianti degli anni 90 presenti nel settore Ospedaliero dove sono presenti, ad esempio, lampade di emergenza con accensione manuale tramite interruttore posto in locale caposala, un solo UPS per l’alimentazione di sale operatorie e rianimazione etc.

Matteo Carraro via form

~RLa retroattività è la capacità di una Norma di estendere la sua efficacia anche al tempo precedente a quello della sua emanazione o della sua entrata in vigore. I documenti normativi del CEI non sono mai retroattivi e si applicano in caso di nuove realizzazioni o di rifacimenti di impianti esistenti.
Nei casi in cui si ritiene indispensabile adeguare gli impianti esistenti interviene il legislatore (o l’authority) con provvedimenti specifici. Per questo motivo è sempre più raro che il CEI faccia riferimento agli impianti esistenti nei documenti normativi.
Il caso dei locali medici è emblematico: la quinta edizione della Norma CEI 64-8 (all’epoca venne ritirata la 64-4 “Impianti elettrici nei locali adibiti ad uso medico” e introdotta la sezione 710 nella 64-8), riportava:

“gli impianti già realizzati, o in corso di realizzazione, secondo la Norma CEI 64-4 sono ritenuti ugualmente idonei ai fini della sicurezza”.

Trattandosi di un luogo di lavoro il responsabile sanitario dovrà valutare se il rischio correlato all’esercizio di un impianto “vecchio” (valutando ovviamente condizioni di manutenzione e norme procedurali, considerando i rischi per i pazienti) è accettabile o meno, assumendosene la responsabilità.

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